LA CITTÀ DEL SOLE

Tommaso Campanella, nato a Stilo nel 1568, fu un filosofo il cui spirito filosofico si manifestò fin dalla giovane età, nonostante gli sforzi del padre per farne giurista. La sua opera "Philosophia Sensibus Demonstrata" provocò un'accusa di eresia. Campanella lasciò il convento dove studiava e viaggiò per l'Italia, incontrando diversi personaggi illustri dell'epoca. Tornò a Stilo con l'obiettivo di riformare la società e indebolire l'autorità dominante, il che lo portò a cospirare contro il dispotismo spagnolo. Fu imprigionato per 27 anni e, dopo il suo rilascio, dovette affrontare ulteriori persecuzioni che lo costrinsero a fuggire in Francia, dove morì nel 1639.

"La città del sole" è l'opera più nota di Campanella, paragonabile all'"Utopia" di Tommaso Moro e alla "Repubblica" di Platone. Il libro descrive una città ideale situata su una collina e divisa in sette cerchi, ognuno dei quali rappresenta un pianeta. La città è governata da Hoh il Metafisico, aiutato da tre capi: Potenza, Saggezza e Amore.

L'organizzazione sociale è comunitaria, con tutti i beni e le responsabilità condivisi equamente. L'istruzione e la scienza sono molto apprezzate, vengono insegnate attraverso dipinti e spiegazioni pubbliche. Il sistema di governo è un miscuglio di elementi repubblicani e monarchici, ma con una forte inclinazione filosofica e morale. La città è fortificata in modo tale da rendere quasi impossibile la sua conquista, e il suo tempio centrale è un simbolo di conoscenza e spiritualità.

Campanella sottolinea l'importanza della comunità rispetto all'individualismo, sostenendo che la proprietà privata è la radice di molti mali sociali. Nella Città del Sole l'amore per la patria e per il bene comune supera gli interessi personali, dando vita a una società armoniosa e giusta.